Il morbo di Dupuytren è una patologia progressiva della mano che coinvolge la fascia palmare (tessuto connettivo sotto la pelle del palmo), che si ispessisce, accorcia e forma noduli, fino a causare la piegatura permanente – parziale o totale – di una o più dita verso il palmo. Sebbene non sempre dolorosa, può compromettere gravemente la funzionalità della mano, con effetti importanti nella vita quotidiana.
Questo articolo spiega bene cos’è, come si sviluppa, come si fa diagnosi, quando è necessario intervenire (anche con la fisioterapia), e quali sono le strategie migliori per gestione, prevenzione e recupero.
Anatomia e meccanismo di sviluppo
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Fascia palmare: striscia di tessuto connettivo che si estende nel palmo e alcune dita; normalmente elastica e flessibile, ma nel Dupuytren si ispessisce e forma noduli.
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Noduli: piccoli ispessimenti sotto la pelle, generalmente indolore nelle fasi iniziali, sensibili alla palpazione.
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Cordoni fibrosi: con il tempo i noduli possono confluire formando cordoni che tendono a retraere i lembi della fascia; ciò produce la flessione delle dita (soprattutto anulare e mignolo) verso il palmo.
Fattori di rischio
I fattori che sembrano favorire l’insorgenza e la progressione includono:
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predisposizione genetica (storia familiare)
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età (più comune dopo i 40–50 anni)
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sesso (maggiore incidenza nei maschi)
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condizioni sistemiche: diabete, malattie epatiche
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stili di vita: fumo, uso eccessivo di alcol
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microtraumi o stress ripetuto della mano (anche se questo ruolo è meno definito)
Sintomi: come riconoscerlo
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formazione di noduli nel palmo, inizialmente piccoli, talvolta “duri”, che non necessariamente fanno male
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peggioramento graduale, con formazione di cordoni sotto la pelle
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difficoltà a distendere completamente le dita affette
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impossibilità di appoggiare la mano a piatto su una superficie
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interferenza con afferrare oggetti, dare la mano, svolgere attività manuali
Diagnosi
La diagnosi è prevalentemente clinica:
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esame obiettivo da parte di fisioterapista o medico specialista (ortopedico, chirurgo della mano): palpazione, valutazione della mobilità delle dita
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grado di coinvolgimento: quante dita, quanto flette, quanto limita l’estensione
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valutare la rapidità con cui la retrazione si è instaurata
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eventualmente imaging o ecografia per vedere lo stato dei tessuti se c'è dubbio o per escludere altre patologie
Trattamento
Approcci non chirurgici
In molti casi la terapia può partire da soluzioni conservative:
Intervento | Obiettivo | Quando indicato / efficacia |
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Fisioterapia | mantenere/ampliare la mobilità, ritardare la progressione, alleviare tensione | utilissima nelle fasi iniziali; può aiutare a ritardare la necessità di interventi invasivi |
Stretching & mobilizzazione | contrastare l’accorciamento della fascia, migliorare l’estensione digitale | utili se fatti correttamente, costantemente |
Massoterapia / trattamento manuale | sciogliere tensioni superficiali, migliorare la circolazione locale | spesso coadiuvante; non risolve la patologia di base |
Tutori / presidi ortopedici notturni o diurni | mantenere la posizione estesa, contrastare la retrazione durante riposo | utili in alcuni casi, soprattutto per evitare peggioramento notturno |
Iniezioni (collagene, steroidi) | ridurre l’infiammazione, rompere cordoni; alcune opzioni più recenti | da valutare con specialista, non sempre applicabili |
Approcci chirurgici o interventistici
Quando la retrazione limita fortemente la funzione, quando il dolore diventa significativo, o quando il miglioramento con terapie conservative non è sufficiente:
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Fasciotomia digitale percutanea
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Intervento chirurgico classico (fasciectomia)
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Iniezioni con enzimi (es. collagenasi)
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Possibile uso di radioterapia o terapie emergenti (in alcuni centri, sperimentali)
Ruolo della Fisioterapia in Physiolab
Quello che possiamo offrire:
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Valutazione individuale del grado di retrazione e mobilità residua
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Programma di esercizi personalizzato, con stretching passivo e attivo, lavorando su dita, mano e polso
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Tecniche manuali specifiche: mobilizzazione, massaggio dei tessuti connettivi, desensibilizzazione se presente disagio locale
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Educazione al paziente: evitare posture “forzate”, uso di utensili ergonomici, pause e micro-movimenti durante attività ripetitive
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Tutori su misura: soprattutto nella notte, per mantenere le dita più estese possibile
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Follow-up costante, per monitorare progressione e aggiustare il piano terapeutico
Prevenzione e consigli utili
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evitare fattori aggravanti come fumo e consumo eccessivo di alcol
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mantenere un buon controllo delle malattie metaboliche (es. diabete)
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cura della salute generale della mano: stretching regolare, esercizi di mobilità anche quando non ci sono sintomi
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proteggere le mani da microtraumi, uso eccessivo o posture estreme
Prognosi
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varia molto da persona a persona
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in molti casi le dita si bloccano progressivamente nel tempo, ma l’intervento precoce con fisioterapia può rallentare il decorso
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dopo interventi chirurgici o percutanei è fondamentale la riabilitazione per recuperare ampiezza di movimento, forza e funzione
Conclusione
Il morbo di Dupuytren è una patologia che può essere sottovalutata nei primi stadi, ma che merita attenzione, soprattutto se interferisce con le attività quotidiane. Con diagnosi precoce e un buon programma fisioterapico personalizzato, è possibile ottenere miglioramenti significativi e mantenere una buona funzionalità della mano.
Se sospetti di avere qualche sintomo, o hai già una diagnosi e vuoi valutare un percorso terapeutico personalizzato, contatta Physio Lab Fisioterapia & Riabilitazione: saremo felici di aiutarti con competenza, esperienza e attenzione.